Un buon leader guida i dipendenti al perseguimento della missione aziendale.
Nei film il “capo malefico” è un personaggio classico. È raffigurato come una persona cattiva e maleducata, che urla ordini ai dipendenti da dietro una grande e pesante scrivania.
Una buon leader, tuttavia, è l’esatto contrario di questa caricatura.
Essere un buon leader significa essere utili, guidare i dipendenti come un team, con l’obiettivo finale di ottenere i risultati migliori.
Un leader fornisce ai dipendenti una direzione che ha tre componenti fondamentali: i valori, la visione e gli obiettivi.
Un buon leader dovrebbe sempre comunicare i valori della propria azienda.
L’azienda è orientata al cliente? E’ adatta alle famiglie?
Ciascun dipendente, dal canto suo, dovrebbe conoscere questi valori ed uniformare ad essi i propri obiettivi e il proprio lavoro.
I leader dovrebbero essere chiari su quella che è la visione dell’azienda.
Quali aspetti dell’azienda devono cambiare per stare al passo con i tempi?
Quali competenze devono essere preservate? L’azienda si rivolge a una vasta gamma di clienti o ad una nicchia specifica?
I leader, infine, devono delineare un piano per raggiungere la visione dell’azienda.
Quali sono gli obiettivi specifici che devono essere raggiunti?
I dipendenti devono sapere a cosa mirare.
Una buona leadership non si ferma qui. Un buon leader assicura anche che i dipendenti siano coinvolti nella missione di un’azienda.
Una strategia efficace per coinvolgere i dipendenti è offrire dei premi legati ai risultati aziendali raggiunti.
I leader forti creano un clima in cui i dipendenti hanno la possibilità di sviluppare le proprie idee ed abilità.
L’azienda di mobili Herman Miller, ad esempio, ha raggiunto grandi traguardi basandosi su questo concetto.
Herman Miller incoraggia i dipendenti a condividere idee per migliorare la produttività aziendale dal 1950 e dipendenti vengono remunerati anche in base ai guadagni che generano. Dal 1987 al 1988, i suggerimenti dei dipendenti hanno aiutato l’azienda a risparmiare circa $ 12 milioni.
E questa questa strategia indubbiamente ripaga: Herman Miller, infatti, viene regolarmente citata nell’elenco delle “società più ammirate” della rivista Fortune.
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