Dove sono finiti i soldi?
Patrizia Camilletti
MANAGING DIRECTOR
Valuation & Business Modelling
In 50 parole
Caro imprenditore, quante volte guardando il bilancio d’esercizio della tua azienda ti sei chiesto dove sono finiti i soldi? Più passa il tempo e più questa domanda sembra essere all’ordine del giorno da parte di chi dirige le PMI, perché a fronte di un profitto non c’è liquidità in cassa.
Perché interessa l’imprenditore SMART
Perché un imprenditore che non sa dove finisce la liquidità della propria azienda è poco Smart e al primo segnale di recessione del mercato si troverà in serie difficoltà.
Capire cosa ha generato e cosa ha assorbito i flussi di cassa aziendali è uno dei compiti fondamentali dell’imprenditore e l’analisi deve essere fatta con sistematicità per essere di supporto alle decisioni, come l’analisi dei risultati economici (l’azienda sta conseguendo utili o sta perdendo?).
Inoltre, in un mercato competitivo come quello attuale, per fare scelte strategiche non sarà sufficiente analizzare solamente i risultati storici, ma anche i flussi di cassa prospettici.
Il fatturato che cresce non significa necessariamente che l’azienda sta andando bene
Una celebre frase del mondo del business dichiara: “Turnover is vanity, profit is sanity but cash is king!” e posso dire che non c’è nulla di più vero.
Il fatturato è il primo parametro che l’imprenditore utilizza per valutare le performance della propria azienda. Quando il fatturato cresce l’imprenditore si sente (giustamente) orgoglioso delle proprie capacità strategiche e manageriali, ma deve fare attenzione, perché potrebbe nascondere brutte sorprese.
Volumi di fatturato in crescita non significa necessariamente che l’azienda sta andando bene. Per essere sana un’azienda deve conseguire profitti: il fatturato deve essere tale da coprire tutti i costi di gestione e creare un avanzo da poter essere reinvestito nell’organizzazione per farla crescere.
Il profitto ha valore solo nel momento in cui viene trasformato in liquidità: cash is king.
La liquidità è l’unico parametro vero, che non può essere contaminato da politiche di bilancio.
Un’azienda che non produce liquidità non riesce e fare investimenti per stare al passo con la concorrenza, fa fatica a pagare i fornitori che applicheranno condizioni sempre più svantaggiose, fa fatica a pagare i dipendenti che diventeranno sempre più demotivati e sarà costretta a reperire risorse finanziarie all’esterno il cui costo andrà ad abbattere i profitti. Un ricorso a finanziamenti di terzi moderato ed equilibrato rispetto ai mezzi propri non desta preoccupazioni se l’azienda è in grado di rimborsare il prestito senza difficoltà, ma l’imprenditore deve comunque indagare le cause del fabbisogno finanziario per poterle tenere sotto controllo. Se quello dell’illiquidità è uno status persistente e consolidato, diventa un problema di difficile risoluzione che nel tempo può portare addirittura l’azienda al default.
Quante volte nelle PMI l’imprenditore analizzando i risultati economici constata la realizzazione di un profitto, mentre la cassa è vuota: dove sono finiti i soldi?
Considerando il complesso delle operazioni che l’azienda compie quotidianamente, soprattutto per chi è molto concentrato sulla gestione operativa non è facile dare una risposta chiara ed immediata a questa domanda. Il punto da cui partire è avere bene in mente gli eventi che generano o consumano liquidità, che sono:
- la gestione corrente
- la gestione degli investimenti
- la gestione accessoria/straordinaria
- la gestione dei finanziamenti
- la gestione dei mezzi propri
Gli eventi che generano o consumano liquidità
Gestione corrente
Il primo elemento che si frappone tra il profitto e la liquidità è il circolante e la cosa più importante che l’imprenditore deve avere in mente è che il debito, di qualsiasi natura esso sia, si salda solo con adeguati flussi di cassa che prima di tutto devono venire dalla gestione operativa dell’azienda.
Il circolante è il risultato della gestione degli incassi e dei pagamenti di crediti e debiti commerciali e della gestione del magazzino.
Gestione del magazzino
Il fatturato si trasforma in liquidità quando è certo ed esigibile. Molte delle aziende che hanno problemi di liquidità fatturano ed incrementano anche le vendite, ma non riescono ad incassare i crediti o li incassano in tempi troppo lunghi. Aumentare il fatturato a tutti i costi senza fare un’analisi dei clienti può rivelarsi molto pericoloso, soprattutto quando ci sono ordini rilevanti, come rischioso è concedere un allungamento dei tempi di incasso senza avere un quadro complessivo della situazione finanziaria aziendale. Un aumento dei crediti si traduce in un assorbimento di liquidità, è quindi necessario ridurre al massimo i tempi di incasso.
La gestione dei tempi di pagamento dei fornitori è sicuramente molto più difficile, soprattutto per le PMI che, acquistando piccoli volumi, hanno un potere contrattuale limitato. È comunque importante che l’imprenditore abbia un quadro chiaro dei debiti e dei tempi medi di pagamento per categoria di soggetto, in modo da poterli confrontare con i tempi di incasso e evitare problematiche di deficit di liquidità. Un incremento dei debiti significa creazione di liquidità, è quindi importante allungare il più possibile i tempi di pagamento senza ovviamente incrinare i rapporti con i fornitori chiave.
L’ultimo elemento che influenza il circolante è la gestione del magazzino. L’acquisto di materiali o prodotti a magazzino comporta ovviamente un’uscita di liquidità ed un incremento del valore di magazzino nel tempo determina un assorbimento di liquidità, è quindi necessario che l’azienda lo gestisca al meglio, acquistando solo ciò che è effettivamente necessario e al momento giusto.
Gestione degli investimenti
Investire è fondamentale per un’azienda per stare al passo con la concorrenza. Se l’imprenditore non investe non riuscirà mai a far crescere e far rimanere competitiva la propria azienda, soprattutto oggi che l’innovazione tecnologica sta mettendo in discussione tutti i paradigmi del vecchio mercato.
Investire significa però sottrarre liquidità alla gestione ordinaria e in molti casi chiedere anche un prestito a terzi per acquisire risorse (umane, fisiche e tecnologiche) da immettere nell’organizzazione per la crescita futura. Ovviamente essendo l’impegno di medio-lungo periodo, prima di effettuare ogni investimento significativo è necessario che l’imprenditore, sulla base della situazione attuale e delle performance passate, faccia una proiezione dei flussi di cassa futuri per capire in quanto tempo riuscirà a recuperare i soldi che ha investito.
Gli investimenti assorbono liquidità (uscita di cassa) mentre i disinvestimenti generano liquidità (entrata di cassa) nel momento in cui vengono effettuati.
Gestione accessoria/straordinaria
In questo caso si tratta di flussi di cassa in entrata o in uscita non derivanti da operazioni strettamente connesse al core business dell’azienda, ma ad eventi non ordinari della gestione.
Scorporare i flussi di cassa della gestione straordinaria è importante per avere un quadro più chiaro dell’azienda.
Gestione dei finanziamenti
Quando i flussi di cassa generati dalla gestione operativa e dalle altre gestioni aziendali non sono sufficienti a sostenere le esigenze del business, l’imprenditore sarà costretto ad attingerne di nuove da finanziatori terzi, quali tra i più comuni gli istituti bancari.
I finanziamenti possono essere di breve periodo nel momento in cui vengono impiegati per la gestione del circolante (es.: anticipo fatture, fidi, ecc.) e di medio-lungo periodo quando vengono utilizzati per effettuare investimenti (es.: mutui).
Il finanziamento genera liquidità nel momento dell’erogazione, assorbe liquidità nel momento del rimborso.
Gestione dei mezzi propri
In quest’area sono evidenziati tutti i flussi in entrata ed in uscita provenienti dalla gestione dei rapporti con i soci/azionisti.
La gestione dei mezzi propri crea liquidità quando i soci immettono risorse nell’azienda sotto forma di aumento di capitale, al contrario assorbe liquidità in caso di riparto degli utili.
Lo strumento che permette all’imprenditore di capire come è stata impiegata la liquidità dell’azienda è il rendiconto finanziario. Esso mette in evidenza in un unico prospetto integrato il contributo apportato delle cinque aree gestionali sopra individuate alla liquidità aziendale.
La somma dei cash flow delle singole aree determina il cash flow complessivo.
In maniera del tutto esemplificativa e non esaustiva, di seguito uno schema sintetico utile a capire.