5 modi alternativi alle banche per finanziare una PMI
Andrea Carnevaletti
FORMER PARTNER
Corporate Finance
In 50 parole
La depressione economica ha fatto perdere alle imprese la capacità di investimento necessaria a tenere il passo con l’innovazione tecnologica e dalla globalizzazione. Di fronte alla richiesta di risorse il sistema bancario appare impotente alle prese con i requisiti sempre più stringenti che gli vengono imposti. Ci sono valide alternative.
Perché interessa l’imprenditore SMART?
Se ritieni di avere una struttura di finanziamento sbilanciata sul debito bancario a breve termine, se hai bisogno di nuove risorse e non trovi risposte nei soggetti prestatori tradizionali, o se ancora vuoi diversificare le tue fonti di approvigionamento, sappi che ci sono alternative valide e praticabili. Tieni presente che in questo momento per chi ha dei capitali da investire non è facile ottenere in borsa rendimenti soddisfacenti senza accettare rischi elevati, per cui molti si stanno spostando verso l’economia reale, alla ricerca di nuove opportunità. Finanziare la tua impresa potrebbe essere una di queste.
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A fine 2016 i prestiti bancari alle imprese sono tornati a crescere dopo anni, ma l’aumento è modesto e riferibile principalmente alle grandi imprese. E’ ancora in grande difficoltà il rapporto delle PMI col sistema bancario, al momento alle prese con una colossale ristrutturazione interna e con requisiti di patrimonializzazione sempre più elevati, che cresceranno almeno fino al 2019, anno di completa entrata in vigore del complesso di norme noto come Basilea 3. Nell’attesa che le banche siano di nuovo in condizione di supportare la crescita economica, si sono sviluppati altri canali complementari, alcuni dei quali si avvantaggiano anche delle più recenti evoluzioni tecnologiche (c.d. fintech). Vediamo insieme una panoramica dei principali strumenti:
- Obbligazioni corporate (tra cui anche i minibond): da qualche anno è possibile anche per le PMI non quotate finanziarsi emettendo titoli obbligazionari. Questi titoli sono solitamente sottoscritti da investitori istituzionali (e.g. fondi di private debt) tramite una procedura di collocamento privato o tramite la quotazione sull’apposito mercato ExtraMOT Pro. Le obbligazioni possono essere o meno assistite da garanzie, personali o fornite da terze parti. Il capitale preso a prestito viene remunerato corrispondendo ai prestatori delle cedole periodiche, il cui importo è legato al rischio di credito proprio di ciascuna impresa.
- Obbligazioni convertibili: sono strumenti simili alle obbligazioni corporate tradizionali, ma in questo caso il prestatore acquisisce anche il diritto a convertire i titoli in partecipazioni al capitale sociale dell’impresa, perdendo così lo status di creditore ma diventando a tutti gli effetti socio.
- Strumenti finanziari partecipativi: si tratta di strumenti ibridi (a metà strada tra debito e capitale di rischio) simili alle obbligazioni, con la differenza che in questo caso il prestatore viene remunerato acquisendo il diritto di partecipare agli utili, nella misura di volta in volta stabilita dal regolamento di emissione, pur non entrando nella compagine dei soci. Possono essere utilizzati anche dalle startup innovative.
- Crowdlending o Debt crowdfunding: l’impresa che intenda finanziarsi su questo canale si avvale di piattaforme online (e.g. Lendix, PrestaCap, Borsadelcredito) specializzate nel mettere in contatto un gran numero di soggetti prestatori (sia istituzionali che persone fisiche private). Questo modello è già utilizzato con successo in molti paesi esteri, ma solo da pochi anni sta prendendo piede anche in Italia. Tra i principali vantaggi del crowdlending troviamo sicuramente la velocità di risposta da parte della piattaforma (2-3 giorni) e la trasparenza sui costi (commissioni istruttoria unica tipicamente del 2-4%). Gli importi raccolti sono più contenuti rispetto alle obbligazioni e raramente superano le centinaia di migliaia di Euro.
- Invoice trading: anche in questo caso parliamo di un’opportunità che sta crescendo grazie a piattaforme online (e.g. Workinvoice, CashMe, Credimi). L’impresa riceve un anticipo sulle proprie fatture emesse beneficiando anche in questo caso, rispetto al factoring tradizionale, di un rapido riscontro e di condizioni semplici e trasparenti. Non sono solitamente richieste garanzie nè sono previsti limiti agli importi anticipati ed il costo sostenuto per la cessione dei crediti è fiscalmente deducibile. Non è rilevante il rischio di credito proprio della società che cede i crediti, ma quello dei soggetti debitori ceduti.